Dimagrire è un investimento che si fa nella propria salute e proprio per questo non costa poco. Ma si può risparmiare? E come?
Dimagrire può sembrare un obiettivo alla portata di tutti, ma i costi associati possono rappresentare un ostacolo significativo. Uno studio di Federconsumatori ha evidenziato come i prezzi dei prodotti alimentari sani e dietetici siano spesso superiori a quelli del junk food. Questo divario di prezzo può rendere difficile per molte persone seguire una dieta equilibrata senza compromettere il proprio budget.
La famosa locuzione latina “mens sana in corpore sano” sottolinea l’importanza dell’equilibrio tra benessere mentale e fisico. Tuttavia, mantenere questo equilibrio non ha costo zero. Ecco perché può essere complicato quando i prodotti necessari per una dieta sana sono molto più costosi del cibo spazzatura. Cosa si può fare quindi se non si ha la possibilità di spendere tanti soldi? Andiamo a scoprirlo.
Il costo del dimagrimento: perdere peso non sempre risulta essere economico
Federconsumatori ha analizzato i prezzi di 20 prodotti di largo consumo, evidenziando differenze significative tra alimenti “normali”, “light” e “proteici”. Ad esempio, il costo del pane proteico è di 10,37 euro al chilo, rispetto ai 4,60 euro al chilo del pane normale. La pasta proteica costa 14,80 euro al chilo, contro i 3,19 euro al chilo della pasta normale. I biscotti proteici arrivano a 12,96 euro al chilo, mentre quelli normali costano 3,79 euro al chilo.
La farina proteica ha un prezzo di 4,95 euro al chilo, rispetto ai 0,70 euro al chilo della farina normale. Questi aumenti di prezzo, rispettivamente del +125%, +364%, +242% e +607%, non sono sempre giustificati da una maggiore qualità, ma piuttosto da strategie di marketing e dalla domanda crescente di questi prodotti.
Il problema non si limita solo alla differenza di prezzo tra prodotti proteici e normali. L’inflazione ha colpito duramente il settore alimentare, con aumenti significativi per diversi alimenti di base. Lo zucchero ha visto un aumento del +46%, il riso del +32,4%, l’olio d’oliva del +26,6%. Anche i vegetali freschi (+18,8%), i surgelati (+16,5%), gli alimenti per bambini (+16%), le uova (+13,5%) e la frutta (+3%) hanno subito rincari. Questi aumenti rendono ancora più difficile per gli italiani mantenere una dieta sana senza gravare ulteriormente sul proprio budget.
Infine, oltre ai costi alimentari, molte persone si affidano a professionisti come nutrizionisti o dietologi per essere seguiti durante il percorso di dimagrimento. Federconsumatori stima che una prima visita da un nutrizionista costi in media 97 euro, con visite di controllo a 50 euro ciascuna. Per un dietologo, la prima visita costa in media 155 euro, con visite di controllo a 65 euro. Questi costi aggiuntivi possono rappresentare un ulteriore ostacolo per chi desidera dimagrire in modo sano e sicuro.
Nonostante le difficoltà, esistono alcune strategie per risparmiare e mangiare sano. Una di esse consiste nell’optare per alimenti freschi e di stagione, che generalmente hanno un costo inferiore. Inoltre si dovrebbe arricchire la dieta con frutta, verdura e legumi e ridurre il consumo di carne e pesce, che hanno costi elevati. Ancora si può evitare di comprare cibi pronti e confezionati, che sono meno salutari e spesso più costosi e cercare di cucinare a casa il proprio pasto. E infine, l’organizzazione è la chiave per ridurre gli sprechi e bilanciare la dieta in base al proprio budget.